Turisti per caso in narrativa. Cinque libri da leggere

Anche i personaggi di fantasia, ogni tanto, si concedono una vacanza. Turisti a volte per caso. Proprio come nella realtà, questo momento di pausa può aiutarli a rompere la monotonia delle loro abitudini, favorendo interazioni più dinamiche e contribuendo a placare i loro conflitti interiori.

Un incantevole aprile

Con dialoghi brillanti e situazioni esilaranti, Un incantevole aprile evoca l’umorismo raffinato di P.G. Wodehouse.

L’ambientazione è descritta con maestria: una splendida villa circondata da ampi giardini, dove le interazioni tra le protagoniste sono spesso pungenti e ironiche.

I quattro personaggi principali, sebbene molto diversi tra loro, rivelano gradualmente alcune imperfezioni che li rendono profondamente umani.

Elizabeth von Arnim ci racconta la storia di due donne londinesi, la signora Wilkins e la signora Arbuthnot, che, in un grigio giorno di pioggia, leggono un annuncio sul Times che offre in affitto una villa in Italia per il mese di aprile.

Spinte dal desiderio di evasione, decidono di partire di nascosto dai mariti, dividendo le spese di viaggio con altre due compagne: la splendida e aristocratica Lady Caroline Dester, che cerca di sfuggire ai suoi troppi ammiratori, e l’anziana signora Fisher, alla ricerca di un luogo tranquillo per ritrovare se stessa.

L’autrice intreccia con grazia le vicende di queste eccentriche inglesi e il calore del sole italiano, regalando una storia piena di humor e introspezione.

Il talento di Mr Ripley

Ai sociopatici piace indulgere in vacanze eccessive, e ne “Il talento di Mr. Ripley” di Patricia Highsmith, l’autrice dà vita a uno dei suoi personaggi più affascinanti e inquietanti.

Tom Ripley, un brillante manipolatore, attraversa l’Italia in un’avventura oscura e seducente. Seguendo e poi eliminando un ricco industriale, Tom assume la sua identità e si appropria delle sue ricchezze.

Da Sanremo a Roma, passando per Venezia, fino a concludere la sua fuga in Grecia, il romanzo dipinge un viaggio intriso di tensione e ambiguità morale.

“L’unico rimpianto di Tom era di non aver avuto il tempo di vedere tutto il mondo. Desiderava visitare l’Australia, l’India e il Giappone. Poi c’era anche il Sud America. L’idea di conoscere e ammirare l’arte di tutti quei paesi gli sembrava un piacere che avrebbe potuto occupare una vita intera.”

Morte a Venezia

Thomas Mann, in Morte a Venezia, ci narra la storia di Gustav von Aschenbach, uno scrittore devoto alla sua arte, ormai giunto all’apice della sua carriera.

Tra inquietanti visioni che lo turbano e un crescente senso di insoddisfazione, sente il bisogno di rompere la monotonia del suo isolamento. Dopo un tentativo fallito di fuga verso la costa austro-ungarica, capisce che il suo destino lo conduce inevitabilmente a Venezia.

La città lagunare, avvolta in un’atmosfera plumbea e resa soffocante dall’alta stagione, gli si rivela con strade deserte e un’aria umida e pesante.

Nonostante la minaccia di un’epidemia di colera che serpeggia silenziosa tra i suoi canali, Aschenbach si lascia sopraffare dalla passione per un giovane di straordinaria bellezza, simbolo per lui di un ideale estetico irraggiungibile. Oscillando tra la disperazione e il grottesco, la sua ossessione diventa il fulcro di una parabola che si intreccia con il decadimento della sua stessa esistenza.

Questo breve ma intenso romanzo si presenta come un monito e, al tempo stesso, una dichiarazione d’amore per Venezia, una città che incanta e travolge, capace di sedurre chiunque sia disposto a immergersi nelle sue acque e nei suoi misteri.

Il tè nel deserto

Il romanzo allucinatorio di Paul Bowles “Il tè nel deserto” è un viaggio nel cuore primordiale del Marocco, ma in realtà è anche un viaggio nei più remoti antri del nostro ignoto.

Non è esattamente un un invito al turismo.

Nella trama una coppia sposata originaria di New York viaggia nel deserto del Nord Africa accompagnati dal loro amico Tunner.

Il viaggio, inizialmente serve da tentativo da parte di Port e Kit per risolvere le loro difficoltà coniugali, ma nonostante i pericoli che circondano i viaggiatori si imbarcheranno senza saperlo in una drammatica avventura: tentando di ritrovare se stessi e il significato della loro unione, si perderanno.

Tre uomini in barca

Un antico fiume. Il viaggio di alcuni uomini impressionabili, pronti a sfidare l’entroterra. Una resa dei conti inevitabile alla sorgente. E infine, il ritorno alla realtà, brutale e ineluttabile.

Ma questa non è la trama di Cuore di tenebra, e il fiume non è il Congo. È il Tamigi, e il narratore non è Marlow, bensì Jerome K. Jerome con il suo Tre uomini in barca.

Pubblicato nel 1889, dieci anni prima del capolavoro di Conrad, è una delle perle più brillanti della narrativa inglese.

Apparentemente, si tratta della semplice storia di tre impiegati di città che decidono di intraprendere un viaggio in barca. Un racconto che, talvolta, si traveste involontariamente da guida di viaggio, costellato di inseguimenti e irresistibili episodi di commedia tardo-vittoriana.

“Non avevo intenzione di scrivere un libro divertente, inizialmente,” ammise lo stesso autore. Eppure il successo fu tale che, l’anno seguente, Jerome pubblicò Tre uomini a zonzo, che narra un viaggio in bicicletta nella Germania imperiale dei medesimi protagonisti.

L’umorismo, spesso sottovalutato in letteratura, raramente riceve il riconoscimento che merita. Eppure, esistono libri così straordinariamente divertenti da restare eterni nel tempo.

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