5 Romanzi ambientati in alberghi affascinanti

Gli alberghi nei romanzi affollati o meno possono rappresentare un ambiente affascinante per uno scrittore. Accolgono una vasta gamma di persone estranee tra loro, che condividono le notti sotto lo stesso tetto e si influenzano inconsapevolmente l’un l’altro, e poi può succedere di tutto.

Strani ospiti

Si possono sentire rumori di acqua che gocciola o frammenti di dialoghi negli ascensori, oppure percepire voci interiori fuori dal comune.

Alcune coppie che si incontrano nella hall potrebbero diventare partner per la vita o rimanere amanti anonimi.

Un gruppo di tre persone che arriva alle due del mattino potrebbe essere composto da colleghi che hanno appena concluso un affare in un fuso orario diverso, oppure da individui che si sono appena liberati di una vittima.

Oppure un grande albergo vuoto d’inverno può trasformare diabolicamente chi lo presidia.

Alcuni titoli

Shining di Stephen King è probabilmente uno dei libri meno indicati per promuovere il settore alberghiero e del tempo libero. Chi sceglierebbe di soggiornare in un hotel infestato, dove uno scrittore accetta un lavoro come custode presso l’Overlook, un grande albergo montano chiuso nella bassa stagione, con l’obiettivo di rilanciare la sua carriera e superare l’alcolismo? Purtroppo, le cose non andranno come sperato. L’adattamento cinematografico di Stanley Kubrick ha reso il libro celebre, ma il romanzo è ancora più oscuro e profondo.

Agatha Christie è una delle autrici che frequentemente sceglie gli hotel come ambientazione per i suoi misteri. In molti dei suoi romanzi, i camerieri sono ritratti mentre, in preda allo shock, lasciano cadere un vassoio da tè dopo aver scoperto un ospite morto nella sua stanza. In “Corpi al sole“, per esempio, Poirot sogna una vacanza serena, ma inevitabilmente si ritrova immerso in un intricato caso di omicidio.

Le ambientazioni esotiche animano il romanzo di Deborah Moggach, “Marigold Hotel”, che narra le avventure indiane di un gruppo di pensionati inglesi in cerca di sole e calore lontano dalla fredda e umida Inghilterra.

Attirati da un depliant con immagini splendide, si ritrovano invece in un albergo malandato e fatiscente, un pallido ricordo di tempi passati.

Tuttavia, la calda umanità di chi lo gestisce trasforma il luogo in un angolo perduto d’Inghilterra, e gli ospiti, rapiti dal fascino del luogo e delle diverse culture, riscoprono se stessi.

Nel 2012, da questo libro è stato tratto un film omonimo con Judi Dench e Maggie Smith.

Un altro libro che ha fatto il salto dalle pagine allo schermo è Psycho di Robert Bloch. In questo caso, il film è accompagnato da una colonna sonora penetrante, mentre la desolante ambientazione creata da Alfred Hitchcock e una scena all’epoca rivoluzionaria di una donna seminuda accoltellata sotto la doccia ne fanno un icona del cinema.

Nel romanzo, durante una notte buia e tempestosa, Mary Crane scorge un’insegna spenta che segnala il Bates Motel. È esausta e desidera solo una doccia calda e un letto per la notte.

La sua camera ha un odore di muffa, ma è pulita e l’impianto idraulico funziona.

Norman Bates, il proprietario, è di modi gentili, anche se appare un po’ strano. Mary ignora ciò che la attende.

Tutti conoscono il film, ma il libro svela molto di più della mente inquietante di Norman Bates e mantiene ancora suspense e terrore, anche per chi ha già visto la versione cinematografica.

Nella Berlino degli anni ’20, il Grand Hotel raccontato da Vicky Baum rappresenta un simbolo di vita privilegiata, un sogno condiviso da molti.

In questo lussuoso albergo, un gruppo di persone trascorre cinque giorni in cui le loro vite si intrecciano, e i loro destini si muovono come la bussola degli ascensori, sempre in movimento.

Tra questi, un affascinante truffatore, un ballerino russo, un industriale alle prese con una crisi aziendale, una segretaria seducente con ambizioni da attrice, e un provinciale che assapora per la prima volta la vita mondana.

Intorno a loro, il personale dell’hotel nasconde invidie e preoccupazioni dietro le loro uniformi.

Tuttavia, il vero protagonista del romanzo è l’hotel stesso.

Con il suo fascino patinato, le orchestre jazz, i violini che risuonano nelle innumerevoli piste da ballo, e anche le lotte di classe, l’hotel diventa una sorta di allegoria della metropoli berlinese di allora.

Degno di nota è anche l’omonimo film del 1932, vincitore di un Oscar, con la leggendaria Greta Garbo, e la celebre citazione di uno dei protagonisti: “Grand Hotel… Gente che viene… che va… Tutto senza scopo.”

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